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Sulle colline di Torino nel 1990 il Gruppo Abele apre una casa-alloggio per donne e uomini malati di Aids. L'idea di fondo che guida il progetto di questa comunità è la cura della persona nella sua globalità. Questo significa confrontarsi e proporre risposte ai bisogni sanitari, sociali, psico-affettivi di chi abita la casa. L'obiettivo è migliorare il più possibile la qualità della vita. Le problematiche più importanti con cui ci si confronta sono essenzialmente due:
La malattia. Si tratta di persone che possono vivere anni in uno stato di conclamazione. L'Aids è, infatti, una sindrome che in alcuni casi assume caratteristiche di cronicizzazione.
La tossicodipendenza. Un problema che non può essere affrontato come in qualunque altra comunità terapeutica. In questo caso la dipendenza da sostanze è uno dei problemi, non il primo.
In questo senso i progetti e i percorsi sono individualizzati e concordati con le persone coinvolte e con i Ser.T. Si tiene conto delle risorse che può offrire ogni persona, come dei suoi limiti. Un operatore di riferimento segue ogni situazione e l'evolversi del progetto. Sono previsti colloqui personali e un incontro settimanale di gruppo sull'andamento della casa. E' previsto anche un incontro settimanale del gruppo di residenti che ha la funzione di gruppo di auto-aiuto.
Oltre ai necessari lavori domestici, le persone prendono parte anche ad altre iniziative quali l'espressione teatrale (intesa come forma di terapia), attività fisica in palestra, il laboratorio di manualità. Per i problemi sanitari c'è una stretta collaborazione con l'ospedale Amedeo di Savoia e con il medico di base. La permanenza a San Vito rappresenta un momento indispensabile per fare il punto, "per staccare" con la prospettiva di una maggiore autonomia (casa, lavoro...). Per questo sono importanti le reti di rapporti con l'"esterno", si tratti di associazioni o cooperative per gli inserimenti lavorativi, o di persone con le quali intessere relazioni informali o amicali. Le persone vengono inviate dai Servizi, alcuni scontano una pena detentiva sotto forma di "affidamento" o detenzione domiciliare. Dal '90 sono 87 le persone che hanno risieduto a San Vito.
Attualmente la casa-alloggio ne accoglie 10.
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